I denti rappresentano un concetto statico in una società che, per svariate ragioni, ha teso a basare il risultato solo sull’estetica. Quanti davvero si pongono il problema riguardo la possibilità che trattamenti ostinatamente meccanici (in cui la valutazione del risultato è meramente estetico) abbiano un nesso di coerenza rispetto all’equilibrio masticatorio del paziente (concetto dinamico)?.
Noi a questa domanda abbiamo voluto dare una risposta molto precisa. Tale risposta si traduce nel garantire al paziente che ci richiede un consulto gnatologico anche una valutazione completa da un punto di vista posturale, tenendo conto di cosa il suo sistema è in grado di accettare e cosa no. Non ha senso avere dei denti dritti in una bocca che non funziona correttamente. Non ha senso avere una bocca che lavora in un sistema posturale scompensato.
La domanda infatti che andrebbe posta per coerenza di deontologia durante ogni terapia ortodontica è: risulta garantita una funzione corretta alla bocca nel rispetto di tutto il sistema a cui si collega, o sono soltanto stati spostati meccanicamente dei denti?
La gnatologia (di cui la dottoressa Laponte, con oltre 30 anni di esperienza, rappresenta uno dei massimi esponenti) ci ha fatto comprendere l’importanza di attuare terapie rispettose della fisiologia e dell’equilibrio a cui deve tendere il corpo umano. Andando avanti negli anni questa importanza viene avvalorata sempre di più anche dalla ricerca scientifica, la quale continua a dimostrare che un buon equilibrio delle funzioni in bocca si relaziona anche ad un miglior equilibrio psicofisico del bambino/adolescente. Solo una funzione equilibrata consente al sistema in via di sviluppo di crescere in modo armonico dal punto di vista neurofisiologico, evitando scompensi e preparandosi alla vita adulta in modo stabile.
Occupandomi di postura, il mio ruolo è spesso quello di intercettare quelle situazioni cliniche laddove il condizionamento subito dal pazienti (sia adolescenti che adulti) in termini disfunzionali risulta a carico dell’aparato stomatognatico. In questi casi la clinica mi impone di agire analiticamente rispetto alla possibilità di attuare una gestione conservativa osteopatica per stabilizzare il paziente, o richiedendo un approfondimento mediante un consulto gnato-ortodontico.
Nel caso in cui invece il primo intervento proposto è direttamente gnotologico, si va ad agire osteopaticamente in parallelo, valutando come il sistema posturale lavora rispetto alla bocca. I due sistemi infatti, strettamente ralazionate tra loro, devono essere assolutamente valutati vicendevolmente prima di iniziare un trattamento ortodontico, e vanno conseguentemente tenuti monitorati durante la terapia.